3° giorno- Milos, le catacombe e i litorali lunari
2 maggio 2013
Caro diario, oggi ci trasferiamo a Milo, un’isola delle Cicladi poco conosciuta ma molto bella. Viaggeremo in aereo perché la distanza tra Atene e Milos è di 178 km.
A causa della scottatura presa al mare e delle scarpinate di ieri io (Alice) non riesco ad alzarmi e Bea è nel panico più totale perché abbiamo l’aereo alle 9.30.
Finalmente ci mettiamo in moto e in men che non si dica siamo in aeroporto appena in tempo per prendere il nostro volo.
Arrivo previsto a Milos ore 11.15, così abbiamo l’intera giornata per vistare l’isola.
Atterraggio perfetto tempo bellissimo: 1^ tappa ostello per lasciare il bagaglio.
Abbiamo scelto Milo, anche se è poco conosciuta da un punto di vista turistico, perché quando abbiamo preparato le tappe del viaggio siamo rimaste molto affascinate dalle coste, che ci hanno ricordato il paesaggio lunare visto sui libri di scienze – infatti su internet abbiamo letto che vengono chiamati litorali lunari – e poi per le catacombe che sono tra le più importanti al mondo, insieme a quelle di Roma e Gerusalemme.
Ed infatti, alcuni ragazzi che abbiamo conosciuto appena arrivate all’ostello ci hanno consigliato di visitare Adamantas le catacombe e la località di Saraniko.
Ad Adamantas, che è la città dove si trova il nostro ostello, visitiamo le due chiese ortodosse del villaggio: Aghia Triada, che risale probabilmente al 1600 ed è una delle chiese più antiche dell’isola – lo spiazzo anteriore è decorato da un bellissimo mosaico la cui creazione risale al 1937 – ed Aghios Haralambos che si trova nel punto più alto del villaggio e fu costruita intorno al 1870 dai rifugiati Cretesi.
Tutto molto bello ma bisogna movimentare la giornata: affittiamo una macchina e ci dirigiamo verso Sarakiniko una penisola priva di vegetazione, con conformazioni rocciose simili al paesaggio lunare.
Litorali lunari, Foto scattata da Arkoudes e tratta da Wikimedia Foundation
Il nostro autista parla solo inglese e noi… soltanto italiano, per cui facciamo veramente fatica ad intenderci, ma dai sorrisi che ci rivolge dobbiamo essergli veramente simpatiche (o ci sorride perché abbiamo scelto un bel luogo da visitare?)
Wow, Sarakiniko è meravigliosa: effettivamente le rocce ricordano il paesaggio lunare visto sui libri di scienze, e poi tutto è completamente bianco ed il riflesso del sole è accecante.
Ma la mia pelle pizzica e la testa di Bea fuma: abbiamo assolutamente bisogno di un bel bagno. Tra le rocce notiamo una piccola e deliziosa spiaggetta con acqua cristallina, e prima che Beatrice riesca a propormi un bagno io sono già in acqua.
La nostra guida, indicandoci l’orologio, ci ricorda che alle 18.00 le catacombe chiudono e che se vogliamo visitarle dobbiamo avviarci.
Beatrice è entusiasta all’idea (vuol fare l’archeologa?) io, man mano che ci avviciniamo tremo tutta perché soffro di claustrofobia. Eppure ho portato un po’ di cose che potrebbero sevirmi: pomata, spray contro il mal di testa, una fascia fresca da mettere intorno alla testa in caso di svenimenti, un ventaglio, dell’ acqua.
All’ingresso ho un cedimento, ma è solo lo zaino che è particolarmente pesante, Bea invece va sicura (farà l’archeologa, adesso ne sono certa) e mi dice che non c’è da aver paura, ed infatti le catacombe sono particolarmente luminose e ampie.
Tuttavia decidiamo di non percorrerle tutte e ritorniamo al punto di ingresso dove ci aspetta il nostro autista, il quale ci porta in un baretto nelle vicinanze che pare faccia il gelato più buono di tutta l’isola.
Io faccio il bis, Bea è a dieta , l’autista non accetta il nostro invito. Mah…
Si è fatto tardi e bisogna rientrare all’ostello domani sveglia all’alba per partire alla volta di Santorini.
Speriamo che Bea questa notte non russi, quando è stanca sembra una vaporiera.
Ciao Ali e Bea