5° giorno: GYONGYOS-SZABADSZALLAS
23-5-2013
Caro Diario, oggi nel momento in cui abbiamo divaricato le tende abbiamo individuato un paesaggio prevalentemente coperto dalla prateria. Il nostro itinerario ha suggerito di fare delle attività culinarie e visitare luoghi inediti ai nostri occhi: siamo andate nella famosa Puszta ovvero la prateria circostante. Questa distesa di vegetazione è celebre per i cavalli selvaggi che vengono addestrati da famosi allevatori chiamati gulyàsok che sono i migliori cuochi del illustre piatto ungherese chiamato Gulasch.
Abbiamo cominciato col dirigerci verso l’accampamento dove impareremo a cucinare il Gulasch. E’ ancora mattino mentre abbiamo risalito la strada dall’ostello alla “Udvozoljuk az iskola a pàsztorok” -”Impariamo a cucinare”-. Ci siamo fermate alcune volte per osservare la presenza eventuale di particolari attrazioni lungo la Puszta. Tutto è relativamente tranquillo lungo la strada, poiché ci aspettassimo di osservare qualcosa di più. Ma il paesaggio che ci circonda è comunque un bel vedere!
Nei numerosi cespugli che sono cresciuti ai bordi dei diversi sentieri delle riserve c’erano molte specie di uccelli: canapino maggiore, verdone, passera scopaiola… Questi ed altri esemplari sono molto soggetti a questo genere di habitat.
Ecco uno scatto del canapino, uno splendido principe del canto!
Arrivate alla soglia del portone abbiamo cercato un campanello la quale premere, ma invano; siamo state costrette a picchiare più volte pugni sulla porta d’ingresso. Dopo qualche secondo un accogliente cameriere ci ha invitato ad entrare: davanti ai nostri occhi un colossale salone. Il cameriere ci ha indicato una porta al lato dell salone, io e Letizia ci siamo avviate verso essa che da quanto si può avere intuito dovrebbe essere la cucina. Entrate, abbiamo trovato un gran numero di persone, alcune vestite con una divisa di colore bianco altre vestite con colori dissimili agli altri.
Dopo circa dieci minuti abbiamo cominciato a infilarci i grembiuli. Alcuni assistenti ci hanno posizionato davanti alcune pietanze tra cui le cipolle, un piatto di paprika, tre patate, una carota, aglio… Davanti al nostro banco ne era posizionato un altro leggermente più piccolo è dietro ad esso c’era il nostro insegnante di cucina.
«Iniziamo la preparazione del Gulasch ungherese tagliando le cipolle a fette abbastanza sottili. Mettete in un tegame l’olio d’oliva e cuocetevi all’interno le cipolle a fuoco basso per circa 15-20 minuti. Schiacciate l’aglio e inseritelo nella frittura» ha cominciato il nostro istruttore. Credo che Letizia abbia capito ben poco di ciò che ci aveva spiegato, perché a quel punto stava ancora riempendo la padella con l’olio!
Abbiamo continuato la nostra lezione: «Tagliate la carne a cubetti e aggiungetela alle cipolle; fate cuocere qualche minuto, mescolando di continuo. Unite la paprika, salare il tutto e mescolare per bene lasciando cuocere a fuoco basso per circa un’ora».
Letizia è tornata alla pari con gli altri.
L’insegnante ci ha spiegato che nella sua forma originale il Gulasch è essenzialmente una zuppa a base di carne. Il colore rosso è dato dalla paprika inserita in abbondanza, che al contrario a quanto si possa credere, fuori dall’Ungheria non è molto piccante, infatti il Gulasch non assume quasi mai lo stesso sapore. La paprika è l‘ingrediente principale del gulyàs…
Al termine della nostra lezione culinaria abbiamo gustato la prelibatezza del Gulasch cucinato secondo la ricetta originale. Devo dire che ho imparato e eseguito correttamente tutti i passaggi della preparazione appresa quest’oggi; al contrario Letizia ha “cucinato” un altra pietanza completamente diversa dal Gulasch!
Dopo pranzo abbiamo pagato, salutato e ringraziato e in seguito ci siamo dirette verso la stalla a circa un chilometro da qui.
L’odore dell’e piante e la vista di un panorama molto bello ci hanno spinto a cogliere alcuni fiori. In assenza di vento e percorrendo la salita faceva molto caldo, in poco tempo eravamo fradice di sudore. Siamo state però ricompensate da una vista mozzafiato: panorama verde e alcuni sentieri ogni tanto…
Siamo arrivate alla stalla, abbiamo prenotato due cavalli e una guida e abbiamo cominciato a galoppare…
Era bellissimo! In pochi minuti ci siamo trovate all’interno del parco nazionale di Hortobagy.
Poco prima dell’arrivo sfumato dell’aurora, abbiamo fatto ritorno alla stalla per recare i cavalli. Abbiamo ringraziato calorosamente per la disponibilità e siamo tornate nel nostro ostello per prendere le valigie e partire per la prossima tappa.La vista era letteralmente Stupenda! Uno stormo di uccelli ci è sorvolato sul capo, i cavalli hanno decelerato lentamente fino al punto di fermarsi…
Ora il tempo per scriverti è davvero poco, ti aggiorniamo domani.
Tue Letizia e Sofia